Iter, ratifica ed applicazione
Giugno 2012 – Apertura dei negoziati.
Febbraio 2016 – Chiusura formale dell’accordo e definizione del testo preliminare.
Ottobre 2017 – La Commissione europea ha adottato l’accordo di libero scambio e quello per la protezione degli investimenti, che si sviluppa in parallelo all’intesa commerciale, e li ha sottoposti al Consiglio.
Prossime tappe – Il Consiglio deve autorizzare la firma dei due accordi che successivamente verranno sottoposti all’approvazione del Parlamento europeo. Una volta approvato dal PE, quello commerciale potrà essere concluso dal Consiglio ed entrare in vigore, con l’obiettivo che avvenga entro il 2019.
L’accordo per la protezione degli investimenti, invece, dovrà essere ratificato dai singoli Stati membri secondo le procedure interne.
Si ricorda, infatti, che, come per il CETA, la ratifica da parte degli Stati membri è prevista in modo specifico per la parte dell’intesa riferita agli investimenti. In questo caso, però, a differenza dell’accordo con il Canada, la ratifica che permette alla parte relativa agli investimenti di entrare in vigore non dovrebbe condizionare in alcun modo la parte commerciale poiché si tratta di due accordi a se stanti.
Contenuti
L’accordo commerciale ha carattere globale e prevede sinteticamente le seguenti tematiche:
- la soppressione di oltre il 99% dei dazi doganali per diversi settori produttivi (agroalimentare, macchinari ed apparecchiature, motocicli, parti di automobili, prodotti farmaceutici e tessili, sostanze chimiche).
Il 65% delle tariffe doganali sulle esportazioni della UE verso il Vietnam sarà abolito al momento dell’entrata in vigore dell’accordo, mentre la restante parte sarà eliminata gradualmente nell’arco di dieci anni. I dazi dell’UE sulle importazioni dal Vietnam saranno aboliti progressivamente in un periodo fino a sette anni dall’applicazione dell’accordo.
Questo approccio asimmetrico viene motivato dal fatto che il Vietnam è un Paese in via di sviluppo;
- la protezione delle indicazioni geografiche;
- la riduzione delle barriere non tariffarie alle esportazioni;
- le normative sugli appalti pubblici;
- la salvaguardia delle norme in materia di protezione sociale e di tutela ambientale;
- la promozione della democrazia e del rispetto dei diritti umani;
- la creazione di condizioni di parità per le imprese della UE ed i prodotti innovativi;
- l’apertura del mercato vietnamita ai prestatori di servizi della UE;
- la promozione degli investimenti bilaterali nei settori definiti chiave (alimenti e bevande, concimi e composti azotati, pneumatici, prodotti plastici, materiali da costruzione);
- un meccanismo di risoluzione delle controversie ritenuto più efficace rispetto a quello previsto dal WTO.
Alcuni dati
Il Vietnam – con quasi 93 milioni di abitanti – è il secondo partner commerciale dell’UE nell’ambito dell’Associazione delle nazioni del sud — est asiatico (ASEAN) dopo Singapore, con scambi di merci per un valore di 47,6 miliardi di euro l’anno e servizi per un valore di 3,6 miliardi di euro.
Fra le principali esportazioni della UE verso il Vietnam vi sono macchinari ed attrezzature da trasporto, prodotti chimici ed agricoli. Fra le maggiori importazioni figurano apparecchiature di telecomunicazione, abbigliamento e prodotti alimentari. (Fonte: Commissione europea, ottobre 2018).
Le importazioni agroalimentari dal Vietnam sono per l’Italia più significative delle esportazioni, ma sono rappresentate sostanzialmente da produzioni differenti dalle nostre peraltro in diminuzione.
Anche a livello europeo le importazioni di prodotti agricoli ed agroalimentari hanno maggiore significato rispetto alle esportazioni, anche se appaiono più bilanciate.
Comparto agricolo ed agroalimentare nell’accordo
Liberalizzazione delle linee tariffarie
L’accordo prevede la liberalizzazione progressiva per le esportazioni europee per i seguenti prodotti agroalimentari.
Prodotto | Tariffa attuale | Accordo | Tempi |
Pollame | 40% | 0% | 10 anni |
Carni suine congelate | 15% | 0% | 7 anni |
Carni bovine | Fino al 20% | 0% |
3 anni |
Prodotti lattiero — caseari | Fino al 20% | 0% | 5 anni |
Vini | 50% | 0% | 7 anni |
Spiriti | 48% | 0% |
7 anni |
Pasta | Fino al 38% | 0% | |
Cioccolato | Fino al 30% | 0% |
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, mettiamo in evidenza che a fine 2016 era emerso che il Vietnam aveva proceduto all’aumento dell’imposta speciale di consumo degli alcolici, tanto che tale aumento, di fatto, sembrava annullare i vantaggi dati dalla liberalizzazione daziaria.
Nella risposta data ad una interrogazione parlamentare, il Commissario europeo Malmström condivideva la problematica, ma informava di non ravvisare fino a quel momento una violazione delle norme del WTO poiché l’imposta veniva applicata in ugual misura ai vini nazionali ed a quelli esteri.
Prodotti sensibili
Alcuni prodotti vengono riconosciuti nell’accordo come sensibili, pertanto l’Unione Europea non liberalizzerà totalmente le esportazioni di prodotti agricoli ed agroalimentari, ma sono stabiliti dei contingenti per: riso, granturco dolce, aglio, funghi, uova, zucchero e prodotti ad alto contenuto di zuccheri, fecola di manioca, altri amidi e fecole modificati, etanolo, surimi e tonno in scatola.
Poniamo un accento sul settore risicolo che, come noto, sta vivendo da qualche anno una situazione di mercato alquanto critica anche a causa delle concessioni fatte ai Paesi produttori dell’area asiatica.
Già in precedenza alla chiusura formale dell’accordo Confagricoltura con Ente risi contestò la concessione fatta dalla UE con i contingenti tariffari in esenzione daziaria, dei quali, peraltro, quello di riso semi lavorato risulta anche ampliato (era di 16.000 tonnellate). Il quantitativo per il quale vengono previste le importazioni in Europa a dazio zero è in totale di 80.000 tonnellate suddiviso in 30.000 di riso profumato tipo basmati, 30.000 di riso brillato e 20.000 di riso semilavorato.
Lascia perplessi il comportamento della Commissione europea che apparentemente sembra aver compreso le preoccupazioni dei risicoltori – avendo aperto un’indagine per verificare l’esistenza dei requisiti per applicare la clausola di salvaguardia che porterebbe a ripristinare i dazi alle importazioni dalla Cambogia – per poi procedere all’approvazione di tale azione sfavorevole al settore.
Tutela delle indicazioni geografiche
L’accordo prevede la tutela in Vietnam di 169 denominazioni agroalimentari e vitivinicole europee alle quali possono esserne aggiunte altre.
Tra queste, le 38 italiane presenti (17 alimentari e 21 vitivinicole. Allegato) comprendono le dieci denominazioni che rappresentano il 90% dell’export di tutte le denominazioni agroalimentari del nostro Paese (fonte Qualivita).
E’ permessa la coesistenza sul mercato vietnamita dei termini generici parmesan, mozzarella, pecorino e provolone per prodotti già esistenti in commercio ed i prodotti denominati Asiago, Fontina e Gorgonzola realizzati in Vietnam fino al 1° gennaio 2017 potranno continuare ad essere commercializzati (vale anche per la Feta).
Sembra, invece, in positivo, che non potranno essere commercializzate produzioni che utilizzano le denominazioni tutelate (ma non originali) accompagnate dalla dicitura “tipo”, “imitazione”, “stile” e che nemmeno potranno essere tradotti i nomi dei prodotti tutelati.
Con l’accordo, infine, vengono anche riconosciute nella UE ben 39 denominazioni vietnamite (Product Classes).
Riduzione delle barriere non tariffarie alle esportazioni europee
Nell’insieme l’accordo prevede una semplificazione delle procedure amministrative con un impegno da parte del Vietnam a fare un maggior uso delle norme internazionali nell’elaborazione delle proprie normative.
Di notevole rilievo, auspicando che sia un precedente per altri Paesi, il Vietnam non porrà più l’obbligo delle visite ispettive agli stabilimenti europei nei casi di introduzione di nuovi prodotti agricoli nel proprio territorio. Ricordiamo che le missioni relative a questa tipologia di visite ispettive sono a carico, in termini organizzativi ed economici, delle imprese interessate.
Inoltre, con l’accordo il Vietnam si impegna a non chiudere le proprie importazioni dall’intero territorio della UE nei casi dell’insorgere di problematiche sanitarie e fitosanitarie.
Cosa ne pensa Confagricoltura
Nel rimarcare la nostra convinzione che la realizzazione degli accordi bilaterali tra l’Unione europea ed i Paesi terzi sia la soluzione più favorevole allo sviluppo delle nostre imprese, l’accordo con il Vietnam ci vede perplessi e per alcuni aspetti anche critici. D’altra parte la stessa Commissione lo definisce volontariamente “asimmetrico” poiché tiene conto che si tratta di un Paese in via di sviluppo.
L’accordo, a nostro avviso, comunque, introduce anche alcuni aspetti interessanti.
Ne riepiloghiamo in sintesi i punti.
Liberalizzazione delle linee tariffarie
E’ positivo l’abbattimento dei dazi sulle nostre esportazioni di vino che dai dati riportati nelle tabelle risultano avere un trend crescente.Va, però, verificata la situazione relativa all’imposta speciale vietnamita che potrebbe vanificare la liberalizzazione daziaria.
Prodotti sensibili
Non soddisfa affatto la concessione di un contingente a dazio zero di 80.000 tonnellate per il riso, non tanto per il danno che potrebbe comportare nell’immediato, considerate le esigue importazioni dirette di tale prodotto in Italia ed in Europa, quanto per la non considerazione che l’UE dimostrerebbe a sottoscriverla per un settore agricolo importante e di valore. Inoltre, applicata la clausola di salvaguardia richiesta da Confagricoltura e dall’Ente risi alla UE nei confronti della Cambogia e del Myanmar, tale concessione data al Vietnam permetterebbe a questi Paesi ed a quelli limitrofi di trovare altre possibili soluzioni per esportare verso l’Europa riso a dazio zero.
Tutela delle indicazioni geografiche
Seppure sembra che vengano inserite alcune tutele in più rispetto ad altri accordi (il divieto di utilizzare le diciture “tipo” o “imitazione” e termini similari), lascia fortemente perplessi un riconoscimento almeno apparentemente sbilanciato verso il Vietnam.
Riduzione delle barriere non tariffarie alle esportazioni europee
Sono sicuramente interessanti, anche in qualità di precedente per accordi con altri Paesi terzi, l’eliminazione dell’obbligo delle visite ispettive agli stabilimenti europei nei casi di introduzione di nuovi prodotti agricoli nel proprio territorio e l’impegno a circoscrivere la chiusura delle importazioni da parte vietnamita alle aree interessate dall’insorgere di problematiche sanitarie e fitosanitarie.
Allegato: elenco delle IIGG italiane tutelate IIGG Italia
Ufficio Tecnico