L’ultimo DPCM del 26 aprile riapre tutte le attività di “cura e manutenzione del verde” di cui al codice Ateco 81.30, non solo quindi interventi di manutenzione, già consentiti dal DPCM del 10 aprile, ma anche interventi di nuovo impianto, per la realizzazione di aiuole, parchi e giardini, a partire dal prossimo 4 maggio. Per la riorganizzazione delle attività e, soprattutto, l’adozione e/o l’adeguamento agli aggiornamenti contenuti nel nuovo Protocollo sulle misure di sicurezza del 24 aprile, le imprese hanno potuto già da ieri, 27 aprile, attivarsi con quanto previsto.
Un importante risultato per Confagricoltura, Assoverde-Associazione Italiana dei Costruttori del Verde e AIGP- Associazione Italiana Giardinieri Professionisti che, in forma congiunta, già – nel primo appello al Governo del 9 aprile — si erano fatti promotori della richiesta “urgente” di ripresa delle attività, con esito positivo, seppure limitatamente ai soli interventi di manutenzione, e che – con nuovo appello al Governo del 24 aprile – hanno, invece, evidenziato la necessità di riammettere tutti gli interventi di cui all’81,30, anche quelli di nuovo impianto, tanto nelle opere pubbliche, che nelle aree private.
Alla base del primo appello l’emergenza ambientale dovuta alle criticità igienico-sanitarie e di degrado determinate dall’abbandono delle aree verdi, con l’inevitabile impatto, data la stagionalità, sullo stato di benessere del patrimonio arboreo. Ponendo l’attenzione sulle condizioni di ordinaria sicurezza che caratterizzano le attività degli operatori del verde (uso dei DPI, distanziamento, ridotto uso di personale per singola lavorazione, ecc.), a garanzia del pieno rispetto delle misure indicate dal Protocollo di Regolamentazione del 14 marzo, recentemente aggiornato.
Nel secondo appello, invece, è l’emergenza economica ad assumere rilevanza e la necessità di ripristinare gli interventi di nuovo impianto, che incidono in misura sostanziale sulle capacità di fatturato delle aziende e degli operatori indipendenti. In ragione della stessa emergenza si evidenzia l’opportunità di prevedere, attraverso gli strumenti più idonei, lo snellimento e la velocizzazione delle procedure di pagamento dei lavori pubblici, soprattutto per le opere già eseguite e contabilizzate. La maggiore liquidità aiuterebbe gran parte delle aziende a sostenere la complessità del momento e ridurre le esigenze di indebitamento per far fronte agli impegni assunti, scongiurando in tal modo altrimenti inevitabili criticità.