Il presidente di Confagricoltura alla ‘festa’ per i trent’anni di Netafim Italia, l’azienda israeliana che ha inventato l’irrigazione a goccia
“Essere imprenditori significa essere lungimiranti, guardare al di là dell’orizzonte, ipotizzare soluzioni innovative che consentano di raggiungere obiettivi aziendali, all’apparenza irraggiungibili, ma nulla è impossibile. Ce lo insegna la storia della multinazionale israeliana Netafim, che oggi festeggia i trent’anni e che ha sempre avuto una visione di futuro. Ha saputo supportare, con tecnologia avanzata, le aziende agricole del suo Paese alle prese con aree produttive desertiche e scarse risorse idriche. Ha saputo fare sistema con Stato, ricerca, imprese agricole, fornitori di mezzi produttivi, per raggiungere risultati all’avanguardia, che ieri era la microirrigazione ed oggi è l’irrigazione di precisione”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura intervenendo a Susegana (nel trevigiano) presso l’azienda agricola Borgoluce, alla ‘festa’ per il trentennale di Netafim Italia.
“Alla festa per Netafim uniamo anche quella per il riconoscimento giunto ora, da parte di Unesco, delle Colline del Prosecco come patrimonio dell’umanità – ha aggiunto Massimiliano Giansanti -. Un obiettivo ottenuto grazie alla bellezza naturale ma anche all’ingegno, alle capacità di imprenditori come quelli dell’azienda Borgoluce che questo eccezionale paesaggio l’hanno forgiato; così come hanno saputo dar vita un prodotto unico, come il prosecco, che è l’ambasciatore del made in Italy nel mondo”.
“L’agricoltura – ha proseguito il presidente di Confagricoltura — già deve misurarsi con sfide enormi: fornire cibo per una popolazione mondiale in aumento; raggiungere l’obiettivo fame zero (nutrendo le popolazioni più povere e senza risorse adeguate); fronteggiare i cambiamenti climatici; avere un minor impatto sull’ambiente; utilizzare meno risorse per coltivare; essere presidio del territorio. La scommessa è produrre di più con meno”.
Giansanti ha quindi spiegato: “Parliamo di imprese agricole smart, di agricoltura di precisione (precision farming) — che si avvale di moderne strumentazioni, dai satelliti ai big data, dai sensori aziendali ai droni – che permette il miglioramento delle performance produttive, ma anche delle prestazioni ambientali, con la riduzione dell’uso di fertilizzanti, fitofarmaci, acqua, combustibili fossili e una ottimale gestione del terreno. Netafim, ad esempio, lo ha capito bene e propone la fertirrigazione di precisione che nutre le piante e non il terreno, con miscele personalizzate e al momento giusto”.
“L’impresa agricola si sta rinnovando profondamente in chiave di sostenibilità economica, ambientale e sociale – ha detto Giansanti -. Questo processo evolutivo lo vogliamo cogliere e valorizzare. Per questo abbiamo voluto promuovere il ‘Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura’ che assegneremo il 17 luglio. Con tre categorie: nuove frontiere, reti e filiere, smart land & smart city. La nuova agricoltura darà vita anche a nuova occupazione; le imprese hanno già bisogno di manodopera ‘digitalizzata’. Può creare centomila nuovi posti di lavoro, ma occorrono politiche innovative, propulsive e mirate”.
“Essere lungimiranti è fondamentale, ma da soli non si va da nessuna parte – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. L’impresa agricola ha bisogno di uno Stato partner, di ricerca finalizzata, di agroindustria che faccia sistema. Deve poter disporre di adeguate infrastrutture (energetiche, stradali, digitali, banda ultralarga, ferroviarie, ecc.) e di tecnologie (blockchain) che sono determinanti per la competitività”.